Bio (racconto semiserio della mia vita)

Ieri

Piero Niccolai, fotografiaSono nato il 21 maggio 1957 a Pistoia, ridente, un po' incazzosa città toscana. Patria di altri personaggi, come, ovviamente, mio padre, mio nonno Osvaldo, ebanista, e mia nonna Elia (in realtà il suo nome era Ofelia). Il mio babbo Giancarlo è (o meglio, era, oggi è in pensione) disegnatore tecnico prima alle officine San Giorgio, oggi Breda, dove si costruiva materiale ferroviario e poi all'ATS, scuderia, nei primi anni '60, impegnata nel mondiale di Formula 1. In seguito si trasferì a Milano, all'Autodelta, emanazione sportiva dell'Alfa Romeo. La mamma Franca, è di Viareggio come suo padre Dante, pescatore, e sua madre Caterina, ovvero i mei nonni materni (e così ci abbiamo messo tutta la genealogia).

Dopo i primi anni vissuti da bimbo cittadino a Pistoia, la famiglia si trasferì, nel 1962, a Sasso Marconi in provincia di Bologna seguendo il lavoro del babbo, allora all'ATS, diventando così un bimbo campagnolo. Tanto campagnolo da diventare assiduo anche della campagna inglese, anzi, cornovagliese andando più volte, grazie al gemellaggio di Sasso Marconi con Helston, a visitare la Cornovaglia e ritornandoci poi, più adulto, anche da solo.

Da allora, fino al 1995, quando sono andato a vivere a Bologna, sono cresciuto in campagna scorrazzando tra boschi, campi ed alberi di ciliegie. Ho frequentato le scuole dell'obbligo a Sasso, per frequentare poi, a Bologna, il Liceo Scientifico "Augusto Righi" dove ho conseguito la maturità nel 1976. Mi sono iscritto a Ingegneria Meccanica e, nel frattempo ho iniziato a lavorare come esattore (quello che viene chiamato comunemente "casellante") part time per la Autostrade SpA. Dopo un paio di anni, cambiando totalmente strada, mi sono trasferito a Storia Contemporanea. Non sono arrivato a conseguire la laurea perché ho voluto intraprendere un'avventura ben più impegnativa e sono diventato, nel 1982, padre di Ares.

Intanto ho messo su famiglia andando a vivere a Lama di Reno presso un'azienda agricola. Per quanto riguarda il lavoro, dopo aver partecipato per un paio d'anni ad una cooperativa di giovani fotografi, la Panfoto, che aveva rilevato un noto studio nel centro di Bologna (Foto Castagnoli), avevo anche iniziato, nel 1987, a collaborare con la Stylo, una giovane azienda allora pioniera nel campo della computer grafica. Collaborazione che mi ha portato, due anni dopo, a diventare dipendente e continuare, ora a tempo pieno, la mia attività di grafico.

Oggi

Oggi vivo a Bologna, nella periferia orientale della città, con Valeria, mia attuale compagna e sono libero professionista nel campo della grafica al computer, come si legge nell'header di questo sito, e realizzo e curo la manutenzione di siti web, creo layout, invento loghi e marchi. Per una più completa visione della mia storia professionale vi invito a consultare, comunque, il mio Curriculum Vitæ.

Mio figlio Ares vive nella sua casa di Sasso Marconi con la sua compagna Lucia e frequenta lo stesso corso che io abbandonai quando lui nacque e forse in fondo è come se ci fossimo passati il testimone di una staffetta.

Amo viaggiare in moto, con la mia fida (si fa per dire) Cagiva Elefant 900ie GT con la quale percorro in lungo e in largo l'Europa assieme ad una banda di "pachidermi meccanici", ovvero possessori e felici piloti di Elefant per i quali curo, con frequenza scandalosamente bassa, il sito del gruppo.

Tra i miei interessi c'è la musica, Bob Dylan, Leonard Cohen, Pink Floyd, John Martyn, the Doors, ma anche tutto il blues, il jazz e il rock in generale, Paolo Conte, Francesco Guccini, Luigi Tenco e, ancora, Beethoven, Mozart, Čaikovskij, Puccini ecc. ma potrei dire che a me la musica piace, se mi piace, a prescindere dai generi e dalle mode.

Sono appassionato di basket e sostengo la Fortitudo un po' perché al Liceo l'insegnante di religione ci dava i biglietti gratuiti per seguirla, un po' perché sono amico di vecchia data di Giacomo Zatti (vera peste da piccolo) che ne è stato il capitano e giocatore importante per lungo tempo negli anni '80. E un po', ma questo non diciamolo troppo forte, i più antipatici della mia classe al Liceo erano tutti tifosi dell'altra squadra bolognese.

E mi piace anche il calcio, soprattutto quello giocato, infatti tutti i sabati pomeriggio da svariati anni mi ritrovo con alcuni amici a tirare calci ad un pallone su un campetto di periferia. Noi lo chiamiamo "il fanghetto" e il perché lo si capisce, e molto bene, nelle giornate invernali umide e piovose.